Il mercato dei conflitti
E cosa fa la finanza etica
Negli ultimi anni l’acquisto e la vendita di armi sono diventati un tema di acceso dibattito. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la guerra nella striscia di Gaza hanno inevitabilmente portato a un aumento della richiesta di armamenti, con una contestuale crescita degli investimenti talvolta anche speculativi nel settore. Conseguentemente anche in Italia si sono rianimate le discussioni in particolare sulla cessione di armi ai paesi in guerra, sulle modalità con cui queste cessioni avvengono e sulle norme che le regolano.
La legge italiana che disciplina l’importazione, l’esportazione, il commercio e il transito di armi e munizioni è la 185 del 1990, aggiornata poi più volte fino al 2013. Le aziende del settore degli armamenti e della difesa devono operare nei limiti di questa legge, sapendo però che è sempre il governo, al termine di procedure lunghe e complesse, ad autorizzare i contratti di compravendita nel settore. La legge prevede, in teoria, molte restrizioni: per esempio non si possono esportare armamenti che verranno impiegati in operazioni militari in contrasto con la Costituzione italiana, la tutela della difesa nazionale, la lotta al terrorismo e gli impegni internazionali assunti dall’Italia. E non si possono fabbricare o vendere armi nucleari, chimiche o batteriologiche.
Questi principi sulla carta molto rigorosi in realtà sono spesso stati applicati in maniera vaga. Vengono infatti anche autorizzate vendite di armi verso paesi africani o del Medio Oriente che non rispettano affatto gli stessi standard di democrazia e di tutela dei diritti umani previsti dalla Costituzione, e che non sempre condividono le stesse posizioni dell’Italia e dell’Unione europea sul terrorismo. La legge inoltre prevede che non possano essere autorizzate compravendite o cessioni di armi a paesi coinvolti in una guerra, a meno che il Consiglio dei ministri, cioè il governo, non approvi una specifica deroga autorizzata subito dopo anche dal parlamento.
Per esempio nel caso dell’Ucraina la cessione e il trasferimento di materiale militare sono stati autorizzati dal governo con un apposito decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 25 febbraio 2022, poche ore dopo l’invasione dell’esercito russo. La deroga è stata poi rinnovata due volte: l’ultima, approvata il 21 dicembre 2023, autorizza la prosecuzione del sostegno militare all’Ucraina per tutto il 2024.
Nel contesto attuale Etica SGR, la società di gestione del risparmio del gruppo Banca Etica, ha confermato l’impegno a escludere dai propri fondi di investimento le imprese legate alla produzione o al commercio di armamenti. In linea con i suoi principi di finanza responsabile ed etica, Etica SGR ritiene che la produzione e il commercio di armamenti abbiano conseguenze negative, alimentando i conflitti armati e la violazione dei diritti umani.
Etica SGR è impegnata da sempre in investimenti etici e responsabili. Lo scopo di Etica SGR non è soltanto quello di contrastare gli effetti devastanti delle armi sulle persone e sulle economie locali, ma di investire nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani. Etica SGR ha perciò costruito un proprio modello di selezione delle aziende su cui investire, che si è evoluto nel corso del tempo e oggi utilizza un rigoroso modello proprietario chiamato ESG EticApproach®.
La selezione avviene attraverso un doppio controllo. In un primo momento vengono applicati i cosiddetti “criteri negativi di esclusione” che permettono di scartare tutti i soggetti coinvolti in attività o settori controversi: vengono escluse non soltanto le aziende che operano nel settore delle armi, ma anche in quelli del tabacco, del gioco d’azzardo, dell’energia nucleare e dei pesticidi, e quelle coinvolte in gravi episodi riguardanti temi come il rispetto dei diritti dei lavoratori, il rispetto dell’ambiente e la corruzione. Un secondo passaggio prevede una selezione in base ai “criteri positivi di valutazione”: alle imprese e agli stati viene assegnato un punteggio sintetico in base a parametri ambientali, sociali e di governance. Soltanto le aziende e gli enti che ottengono punteggi alti nei rispettivi settori possono rientrare nei fondi di investimento di Etica SGR.
Nel contesto attuale anche le armi nucleari sono tornate al centro del dibattito. Etica SGR sostiene l’iniziativa “Don’t bank on the bomb” (“Non investire nella bomba”), promossa dall’organizzazione premio Nobel per la pace ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) e dalla ong Pax. Il progetto produce ogni anno un rapporto in cui vengono presi in esame i produttori di armi nucleari e i loro finanziatori, compresi numerosi istituti finanziari. Nel 2023 Etica SGR, nell’ambito della delegazione di ICAN, ha partecipato a New York alla seconda conferenza dei paesi che hanno sottoscritto il Trattato delle Nazioni Unite per la proibizione delle armi nucleari (TPNW).