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Chi è la gallerista in questo ritratto

La sua collezione sarà ospitata in modo permanente da un nuovo museo di arte contemporanea, a Mantova

Oggi gli artisti per farsi conoscere possono utilizzare una serie di strumenti e di canali che nel Novecento erano inimmaginabili. I social network e gli altri spazi digitali hanno dato a chi crea diverse forme d’arte la possibilità di arrivare in modo molto semplice a un pubblico potenzialmente globale. Nonostante ciò figure come quelle dei galleristi e dei collezionisti continuano a essere ancora molto importanti, soprattutto come garanti della qualità delle opere, come curatori di relazioni e più in generale per aiutare l’artista a costruirsi una reputazione.

Nel Novecento, soprattutto nella seconda metà del secolo, per un artista avere la fiducia di un importante gallerista o collezionista (e meglio se più di uno) era però imprescindibile. Queste figure selezionavano, sostenevano e promuovevano nuovi artisti, e nuovi linguaggi, assumendosi personalmente rischi economici e culturali. Oltre a scoprire artisti emergenti, grazie alla loro esperienza e lungimiranza, li aiutavano a definire il loro percorso e a costruirsi un mercato duraturo e li introducevano in reti internazionali di musei e critici.

Una delle più importanti galleriste, collezioniste e mercanti d’arte del secondo Novecento è stata Ileana Sonnabend: così importante che i cataloghi delle sue mostre, insieme agli studi dedicati alla sua attività, vengono oggi considerati una documentazione diretta di come, tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, una gallerista costruiva un artista, un movimento e un mercato.

Ileana Sonnabend fotografata da Lina Bertucci alla Sonnabend Gallery, a New York, nel 1989

Ileana Schapira, questo il suo cognome da nubile, nacque a Bucarest, in Romania, nel 1914. Nei primi anni Trenta si trasferì a Parigi dove iniziò a frequentare l’ambiente delle avanguardie europee, sviluppando un forte intuito nel riconoscere gli artisti emergenti. Durante la seconda guerra mondiale si trasferì ancora, questa volta negli Stati Uniti, dove nel 1959 sposò in seconde nozze Michael Sonnabend: insieme sono considerati fra le figure più importanti del mercato dell’arte contemporanea.

Nel 1962 tornò a Parigi dove aprì la Sonnabend Gallery, che diventò un importante centro di collegamento tra la scena artistica americana e quella europea. Sonnabend fu tra le prime a presentare in Europa la pop art, facendo conoscere artisti allora rivoluzionari come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e Jasper Johns: qualche anno dopo Warhol ritrasse Sonnabend nell’opera che è l’immagine di copertina di questo articolo. Nel 1970 inaugurò la Sonnabend Gallery a New York, aprendo le sue collezioni alla fotografia, alla videoarte, alle performance e alle neoavanguardie europee, inclusi molti artisti della cosiddetta arte povera (tra cui Michelangelo Pistoletto e Giovanni Anselmo). Negli anni Ottanta Sonnabend sostenne le nuove generazioni del neoespressionismo e il lavoro del giovane Jeff Koons, l’artista statunitense noto per le sue opere di gusto kitsch.

Ha aperto a Mantova, nel centralissimo Palazzo della Ragione, la Sonnabend Collection Mantova, il nuovo museo di arte contemporanea che ospiterà in modo permanente l’omonima collezione della gallerista romena naturalizzata statunitense, che comprende le opere degli artisti che ha scoperto e fatto conoscere al grande pubblico. Si tratta di una delle collezioni private più importanti del Ventesimo secolo, costruita da Sonnabend insieme al marito Michael e al figlio Antonio Homem. Il progetto è frutto di un accordo tra il comune di Mantova, la Sonnabend Collection Foundation e Marsilio Arte. Il direttore artistico è Mario Codognato e l’allestimento è curato da Federico Fedel. Tra gli artisti esposti ci sono i già citati Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, Johns, Pistoletto, Anselmo e Koons, ma anche, tra gli altri, Mario Schifano, Robert Morris, Bruce Nauman, Jannis Kounellis, Gilberto Zorio, Gilbert & George, Anselm Kiefer e Richard Serra.

Jeff Koons, Wild Boy and Puppy, 1988 Porcellana, 96.5 x 100.3 x 59.7 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Jeff Koons
Jasper Johns, Figure 8, 1959 Encausto su tela, 51 x 38 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Jasper Johns by SIAE 2025
Gilbert & George, Berries, 1985 12 tavole, 241 x 150 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Gilbert & George. Courtesy of The Gilbert & George Centre Photo: Filipe Braga © Fundação de Serralves, Porto
Roy Lichtenstein, Little Aloha, 1962 Acrilico su tela, 112 x 107 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Estate of Roy Lichtenstein by SIAE 2025
Mario Schifano, Tempo Moderno, 1962 Smalto, carta su tela, 180 x 180 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Mario Schifano by SIAE 2025
Michelangelo Pistoletto, Uomo seduto, 1963 Grafite e olio su velina montata su acciaio inox lucidato a specchio 180 × 121 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Michelangelo Pistoletto Photo: Filipe Braga © Fundação de Serralves, Porto
Giovanni Anselmo, Senza titolo, 1968 Granito, insalata, filo di rame, segatura, 65 x 30 x 30 cm In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation © Giovanni Anselmo – Courtesy Archivio Anselmo ETS

Il percorso espositivo è composto da undici sale. La collezione copre i principali movimenti e tendenze dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra: la pop art, il minimalismo, l’arte povera, l’arte concettuale, la fotografia, la videoarte, il post‑modernismo e la pittura europea e americana fino agli anni Ottanta e Novanta. Sono esposti capolavori dell’arte americana, considerati iconici, come Figure 8 di Jasper Johns (1958), Little Aloha di Roy Lichtenstein (1962), Campbell’s Soup di Andy Warhol (1962) e Kite di Robert Rauschenberg, che vinse il Leone d’Oro alla Biennale del 1964. A fianco di artisti delle origini della pop art come Jim Dine, James Rosenquist e Tom Wesselmann, ce ne sono altri che seppur loro contemporanei presero strade creative molto diverse, come Pistoletto e Anselmo.

Per quanto riguarda il minimalismo ci sono le opere scultoree di Donald Judd e Robert Morris, e di artisti che hanno rivoluzionato questo movimento, come Bruce Nauman e Richard Serra. L’arte povera è rappresentata dalle creazioni di artisti come Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini e Gilberto Zorio, che per prima Sonnabend espose a New York. Il grande interesse da parte della gallerista per gli sviluppi della fotografia e della performance è testimoniato dalla collaborazione con artisti di generazioni diverse, da Bernd & Hilla Becher a Luigi Ontani, da Vito Acconci a Gilbert & George, da Candida Höfer a Matthias Schaller, tutti presenti nella collezione e nel museo di Mantova. Infine, per quanto riguarda ancora la pittura, in questo caso degli anni Ottanta, quella tedesca è rappresentata da Anselm Kiefer e A.R. Penck, mentre la contemporanea ricerca americana da Jeff Koons e Haim Steinbach.

Immagine di copertina: Andy Warhol, Ileana Sonnabend, 1973. Acrilico e serigrafia su tela, 2 pannelli, 102 x 102 cm. In prestito dalla Sonnabend Collection Foundation ©The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2025

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