A Modena si parla di “capitale umano”, in tutte le sue declinazioni
Dall’8 al 10 novembre, con più di 100 incontri e 150 ospiti
Quando si parla delle cosiddette hard e soft skills si è portati a pensare che siano capacità rilevanti esclusivamente per il mercato del lavoro. Si tratta invece di competenze, di base e avanzate, che fanno parte dell’intero processo di formazione e apprendimento di una persona. Sono sia quelle sintetizzabili nei risultati accademici o in esperienze maturate in un certo settore (hard) sia quelle invece relazionali, meno tangibili (soft). Questo processo concorre alla costruzione di quello che viene chiamato “capitale umano”, che è unico per ogni individuo, e che è oggi inevitabilmente dipendente dagli sviluppi più recenti delle tecnologie, come ad esempio, fra le altre, le neuroscienze o l’intelligenza artificiale.
Di capitale umano, di formazione e di apprendimento nel mondo contemporaneo si parlerà anche quest’anno a Modena alla terza edizione del Learning More Festival. Si svolgerà nel weekend tra venerdì 8 e domenica 10 novembre in 15 spazi all’interno della città. Ci saranno più di 100 incontri e 150 ospiti, italiani e internazionali. In programma ci sono lezioni, workshop e talk di approfondimento sui temi più diversi a proposito della richiesta odierna di competenze sempre più trasversali. Al centro del tema degli incontri ci saranno la formazione e l’apprendimento, in dialogo con settori apparentemente lontani come ad esempio il design, i linguaggi visivi, la comunicazione, l’intelligenza artificiale e la tecnologia. Oltre alle lezioni, ai workshop e ai talk sono previsti laboratori e incontri di orientamento per genitori e figli e per studenti di scuole e università (qui il programma completo del festival).
Anche quest’anno il programma degli interventi è suddiviso in sei macro temi. In “Neuroscienze e apprendimento. La mente che impara” si parlerà di come le tecnologie influenzano il nostro modo di apprendere e di come si possa valorizzare la neurodiversità (cioè l’idea che le differenze neurologiche non siano difetti o patologie, ma semplicemente variazioni del funzionamento cerebrale umano). Si discuterà ad esempio delle differenze tra lettura su carta e in digitale, con Naomi Baron, autrice di How we Read Now e di “attenzione” con Gloria Mark, autrice di Attention Span, per capire come è possibile tornare a essere concentrati in un’epoca di distrazioni. Il secondo ciclo di interventi, “Augmented Learning. Accrescere e potenziare l’apprendimento”, affronterà il tema della grande espansione dei metodi e degli strumenti di apprendimento: tecnologie emergenti, come la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, ma anche formati basati sul gioco e la cosiddetta gamification, che stanno modificando sia la didattica che i progetti formativi aziendali.
Con “Imparare e lavorare con l’Intelligenza Artificiale (IA)” si passerà a parlare specificatamente di questa tecnologia e del suo impatto sulla formazione e sul lavoro: tra gli altri, ci saranno incontri sulle implicazioni cognitive dell’IA in grado di leggere per noi, analizzando e riassumendo testi, e sull’insospettabile passato comune di letteratura e informatica (ne parlerà Dennis Yi Tennen, Columbia University). C’è poi il ciclo di interventi intitolato “Le competenze del XXI Secolo e il futuro del lavoro” in cui si affronteranno le grandi opportunità della crescita del cosiddetto “capitale umano” e l’attuale fase di cambiamento all’interno del mondo della formazione professionale: al centro del dibattito ci saranno i nuovi modelli di upskilling e reskilling, cioè i processi attraverso cui un dipendente deve migliorare le proprie competenze per svolgere al meglio il suo attuale lavoro o chi ne deve acquisire di nuove per svolgere una nuova mansione.
Nel quarto ciclo si parlerà anche di perché è così difficile, in un’epoca di grandi opportunità, convincere le persone a formarsi, del rapporto tra carenza di personale e immigrazione, e dei modelli innovativi per superare il problema demografico che coinvolge il mercato del lavoro. Si affronterà inoltre il tema di come le città possano diventare luogo di crescita e benessere, con l’aiuto delle scienze sportive e del design.
Il quinto ciclo, “Organizzazioni che imparano, la società che cresce”, è invece dedicato ai modi in cui si possono creare organizzazioni pronte ai cambiamenti. Si ragionerà su come queste possano lavorare al meglio con le generazioni più giovani, promuovere la diversità e conciliare benessere e vita lavorativa, uno dei grandi temi contemporanei. Al centro di “EdTech: strumenti per l’innovazione” ci saranno il presente e il futuro tecnologico del settore dell’apprendimento, partendo dagli strumenti che quotidianamente sono utilizzati da docenti e studenti per costruire percorsi di studio efficaci e personalizzati.
Sempre all’interno di quest’ultimo ciclo tematico, il Learning More Festival quest’anno torna a ospitare le semifinali italiane dei GESAwards, competizione mondiale dove si sfidano più di 7mila startup edtech (cioè che si occupano di “tecnologia dell’educazione”) di 134 Paesi: durante il festival verranno scelte le migliori tre italiane che parteciperanno alle finali mondiali a Londra. Durante il Learning More Festival ci saranno anche alcuni cosiddetti “Palinsesti speciali” su temi specifici come il “Family Lab”, dedicato alla genitorialità nell’epoca digitale.
All’interno del festival, domenica 10 novembre alle 11:30 ci sarà un intervento del direttore del Post Luca Sofri intitolato Le tre dipendenze dei giornali.