
Perché le metastasi sono ancora centrali nella ricerca sul cancro
Si stima che siano la causa della quasi totalità delle morti per la malattia
Metastasi è un termine scientifico che da decenni è entrato nel linguaggio comune. Deriva dal greco methístēmi (μεθίστημι), che significa “trasferire”, “spostare”, “cambiare luogo”. Questa parola si diffonde nell’uso dopo essere stata introdotta in campo medico, nello specifico in quello della diagnosi dei tumori: la metastasi è infatti quel fenomeno per cui le cellule tumorali si spostano dalla zona in cui si sono formate a un’altra parte del corpo. In sostanza queste cellule si staccano dal tumore primario, si muovono attraverso il sangue o nei vasi linfatici e si stabiliscono in altri organi o tessuti, dove formano tumori secondari.
È un fenomeno che avviene soltanto nei tumori maligni e, nella maggior parte dei casi, nelle fasi più avanzate della progressione del tumore, che inizialmente è localizzato, cioè limitato all’organo dove si è formato, e soltanto in seguito cresce e colpisce altre parti del corpo. Trattare le metastasi è ancora oggi molto difficile, perché non sempre rispondono ai trattamenti utilizzati contro il tumore primario e anzi, in alcuni casi possono essere più resistenti proprio perché sono sopravvissute ai principali trattamenti, come la chemioterapia o la radioterapia.
Nonostante le possibilità di sopravvivere a un tumore siano costantemente cresciute negli ultimi decenni le metastasi continuano a essere la principale causa di morte per la malattia: si stima che lo siano nel 90 per cento dei casi. Avviene soprattutto perché si sa ancora molto poco sulle modalità con cui si formano e si diffondono. Ciò è aggravato dal fatto che in alcuni casi le metastasi possono avere una sede primitiva sconosciuta, cioè possono essersi originate da un tumore primario molto piccolo e difficile da individuare, oppure regredito spontaneamente dopo aver rilasciato le cellule metastatiche.
Proprio perché sono la causa della quasi totalità delle morti per tumore, e perché se ne sa così poco, le metastasi sono il principale oggetto di studio per i ricercatori oncologici. Per questo la Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro destina ogni anno una parte delle donazioni che riceve proprio a progetti che riguardano le metastasi. In particolare negli ultimi anni AIRC ha investito in otto programmi speciali di ricerca sulle metastasi parte dei fondi provenienti dal “5 per mille”, uno strumento che consente di sostenere enti e associazioni impegnati in attività socialmente rilevanti. Il “5 per mille” può essere destinato attraverso la dichiarazione dei redditi, senza alcun costo per il contribuente.
A fine 2024 AIRC ha investito più di 18 milioni di euro su questi otto programmi speciali di ricerca sulle metastasi: si tratta di studi collaborativi, in cui gruppi di ricerca presenti in diverse parti d’Italia si sono uniti con obiettivi comuni per trovare nuove cure. Questi studi hanno come scopo la comprensione dei meccanismi biologici alla base della diffusione tumorale e lo sviluppo di innovativi approcci preventivi, diagnostici e terapeutici al trattamento delle metastasi.
Tra questi c’è Il programma Mynerva dell’Università degli Studi di Firenze, coordinato del professor Alessandro Maria Vannucchi, che lavora sulle metastasi nei tumori mieloidi, un gruppo di malattie del sangue e del midollo osseo che colpisce le cellule mieloidi, ovvero le cellule da cui derivano i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine. All’Università vita-salute e dell’Ospedale San Raffaele di Milano invece si studiano le metastasi al fegato originate dai tumori del colon-retto e da quelli del pancreas: i decessi dovuti a questi tumori sono fra i più comuni, e le metastasi al fegato ne sono spesso la causa.
All’Università la Sapienza di Roma, un altro programma, guidato dal professor Robin Foà, studia la cosiddetta “disseminazione” delle neoplasie linfoidi acute e croniche, come leucemie e linfomi: questi tumori non causano metastasi nel senso stretto del termine, dato che i tumori del sangue sono per definizione diffusi, ma anche per queste malattie in alcuni casi le ricadute sono dovute alle cellule tumorali che si spostano dalla sede iniziale e si localizzano in un’altra parte del corpo. Il gruppo di ricerca coordinato da Foà ha messo a punto una terapia innovativa basata sull’uso combinato di due farmaci che agiscono in modo mirato sul tumore, senza che ci sia bisogno né di chemioterapia né di trapianto di midollo.
Nelle dichiarazioni dei redditi del 2024, con oltre un milione e settecentomila firme per il 5 per mille, centomila in più rispetto all’anno precedente, la fondazione AIRC è stata la prima scelta dei contribuenti tra le associazioni del cosiddetto Terzo Settore. Il consigliere delegato della fondazione AIRC, Daniele Finocchiaro, commenta a proposito di questi risultati: «È un segnale importante che rafforza la nostra responsabilità e il nostro impegno nel garantire trasparenza, qualità ed efficacia. Questa crescente fiducia assume un valore ancora più importante quest’anno in cui AIRC celebra 60 anni di impegno a sostegno della ricerca indipendente sul cancro. Un percorso costellato da risultati scientifici significativi e da nuove sfide che ci spingono a guardare al futuro con determinazione e spirito innovativo, facendo leva sulla fiducia crescente dei contribuenti e sull’attenzione dei decisori rispetto alla necessità di innalzare il tetto del 5×1000 per rispondere pienamente alle indicazioni espresse dai cittadini con la loro dichiarazione dei redditi». Il “tetto” è la cifra massima di destinazione del contributo: la somma che eccede questo tetto non viene distribuita fra le associazioni.
In questo modo AIRC ha raccolto circa 72 milioni di euro che, oltre agli otto progetti sulle metastasi, stanno finanziando il lavoro di circa 5.400 ricercatori attivi in 96 istituzioni, prevalentemente pubbliche, tra università, ospedali e centri di ricerca. Per sostenere con il 5 per mille i programmi di ricerca di AIRC sulle metastasi e gli altri progetti individuali per la prevenzione, diagnosi precoce e cura del cancro occorre firmare e indicare il codice fiscale della Fondazione (80051890152) nello spazio relativo al “finanziamento alla della ricerca scientifica e della università” della dichiarazione dei redditi.
Immagine di copertina: ©AIRC